CHE COS’È LA FELICITÀ? di Marta Fadda

Cos’è la felicità? Una leggenda metropolitana forse, una sensazione da rincorrere a qualunque costo, un attimo, un’illusione. Potrebbe essere tutto vero, dipende da ciò che ci aspettiamo.

La felicità resta uno dei misteri più grandi dell’esistenza umana. Si passa una vita a cercare di capirla, analizzarla, osservarla sotto ogni angolazione poi basta un momento di benessere. E può riguardare qualunque cosa, qualunque situazione: una meta raggiunta, uno sguardo allo specchio nel quale scopriamo di aver finalmente fatto pace con noi stessi, dei bambini che giocano, una passeggiata in riva al mare.

Ecco, in quel momento tutto si ferma. Tutto resta sospeso e congelato come se qualcuno avesse fermato il tempo. La felicità è questo? L’attimo in cui sentiamo il cuore aprirsi per accogliere una sensazione di leggerezza e profonda empatia con il mondo intero? Davvero è così attratta dalla semplicità?

François-René de Chateaubriand disse che “La vera felicità costa poco. Se è cara non è di buona qualità“. E allora la chiave di lettura potrebbe essere proprio questa: la semplicità. E secondo alcuni studiosi di Harvard la felicità sarebbe contagiosa. Basterebbe la presenza di una persona felice (nel caso specifico un amico) per aumentare del 25 per cento la possibilità di provare, in chi gli sta accanto, la stessa sensazione.

Secondo Martin Selingman, ideatore della psicologia positiva, il 40 per cento della felicità dipende solo da noi, il 60 per cento dall’ambiente sociale che ci circonda.

Il giorno della felicità si festeggia il 20 marzo. Per quella occasione ci si appropria di un termine danese che è entrato ormai nel vocabolario mondiale: Hygge. Significa benessere, sentirsi a proprio agio con la famiglia, gli amici, se stessi.

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È stato addirittura stilato un regolamento o lista delle azioni che una famiglia può compiere per seguire uno stile di vita più sano per tentare di raggiungere questo modello di vita:

  • Diminuire l’uso della tecnologia (cellulari, Ipad, computer)
  • Lasciare fuori dalla propria abitazione ogni problema che possa alterarne l’equilibrio.
  • Non lamentarsi continuamente
  • Ognuno deve avere un compito da svolgere
  • Ogni tanto, quando si è in casa, si possono accendere delle candele per ritrovare una dimensione più intima e spirituale.
  • Apprezzare ciò che si mangia e si beve
  • Non sollevare argomenti spinosi come, per es., la politica
  • Cercare di raccontare storie divertenti sui membri della famiglia riguardanti il passato
  • Non vantarsi troppo, potrebbe creare discordie all’interno della famiglia
  • Non entrare in competizione
  • Non sparlare degli altri e non concentrarsi sulle negatività
  • Fare giochi in cui tutti possano partecipare
  • Manifestare gratitudine nei confronti di chi ci circonda e che amiamo

Ogni anno si decide quale è il Paese più felice del mondo. Per il quarto anno consecutivo la Finlandia svetta sul podio. Si sono considerati come parametri di giudizio il reddito pro capite, la delinquenza, la presenza di servizi ai cittadini. L’Italia è al 25° posto.

La Finlandia e tutti i Paesi scandinavi fanno dello stile Hygge una vera e propria filosofia di vita, un po’ come il Feng-shui cinese. Per loro la casa è il regno incontrastato della felicità. Un luogo sicuro e accogliente dove la famiglia e, soprattutto i bambini, assorbono energie positive per diventare futuri adulti sereni e appagati.

La casa stessa, dunque, deve essere un ambiente caldo, accogliente, intimo. L’occhio vuole la sua parte e, se la famiglia predilige cucinare, la cucina sarà l’angolo del benessere. Barattoli di spezie a vista, utensili da cucina in posizioni strategiche (senza esagerare per non creare disarmonia), foto di famiglia appese alle pareti.

Anche i materiali sono importanti. Ampio spazio al legno, a mobili di famiglia, ricordi legati agli amici. I colori devono donare una sensazione di benessere e l’illuminazione creare quasi un gioco di luci calde che inquadrano determinati punti della casa.

La felicità è come una casa piena di ricordi e voci festanti. Un nido nel quale riposare negli attimi di smarrimento. La felicità esiste ma ha tante sfumature che dobbiamo cogliere per non lasciarla sfuggire. Può durare come un battito d’ali o una vita intera se riconosciuta ma ciò che conta veramente è che dipende da noi e dal rapporto che abbiamo con noi stessi. Abbiamo, dentro di noi, la forza per aprire quei cassetti della memoria che pensavamo vuoti e abbiamo la possibilità di crearci dei momenti tutti nostri nei quali siamo padroni del nostro destino.

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